Il cardinale Zuppi presidente della Cei parla della povertà in Italia in aumento. Secondo il rapporto della Caritas il reddito di cittadinanza va cambiato perché aiuta poco i veri poveri.
Il rapporto della Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale registra che nel 2021 le persone supportate sono state 227.566 persone. Un incremento rispetto all’anno precedente del 7,7%. A chiedere aiuto sono sia uomini (50,9%) che donne (49,1%), cresce invece il tasso di persone straniere al 55% soprattutto nel Nord-Ovest e Nord-Est (dove ci sono punte anche del 65%). Nel Sud e nelle isole invece ci sono la maggioranza di assistiti italiani. L’età media dei poveri assistiti dalla Caritas è di 45 anni.
Le persone senza dimora sono oltre il 16% dei supportati per la maggior parte stranieri. La correlazione tra deprivazione e basso o nullo livello di istruzione è sempre alta. Ma cresce anche l’incidenza dei disoccupati e inoccupati. «La misura di contrasto alla povertà esistente nel nostro Paese, il Reddito di Cittadinanza, è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%)” si legge nel rapporto.
Per il cardinale Zuppi il Rdc non raggiunge le persone in povertà assoluta
“Sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti”. Secondo il rapporto insieme alla componente economica si devono garantire i processi di inclusione sociale. Tra le varie proposte i nuovi progetti finanziati dal Pnrr come Gol (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per occupare lavoratori poveri o Neet, beneficiari di RdC e di ammortizzatori sociali.
Il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, ha parlato di questo problema che 4,7 milioni di persone percepiscono il reddito di cittadinanza, ma questa misura “raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti. Quindi c’è un aggiustamento da fare ma mantenendo questo impegno che deve essere così importante in un momento in cui la povertà sarà ancora più dura, ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilità di uscire da questa “zona retrocessione”». Ha detto Zuppi sperando che questo governo saprà affrontare questo problema con equilibrio.